Il sondaggio delle ghiandole di Meibomoio

 In Calazio, CMI, occhio secco, Oftalmologia, sicca, Vie lacrimali

La blefarite e l’occhio secco

Introduzione

Alcune forme di blefarite e occhio secco, patologie fastidiose e a volte sottovalutate, possono trovare soluzione grazie a questa nuova tecnica ideata dal Dr. Maskin e dedicata al sondaggio delle ghiandole di Meibomio.

Cosa sono le ghiandole di Meibomio?

Sono piccole ghiandole presenti alla base delle ciglia sul margine libero delle palpebre e sono deputate alla produzione del Meibum, una sostanza oleosa che “galleggia” sul film lacrimale.

Questo film oleoso ha l’importante funzione di mantenere lo strato acquoso del film lacrimale intatto impedendone l’evaporazione e garantendo quindi la corretta idratazione della superficie oculare.

Il blocco della fuoriuscita del Meibum dà luogo all’occhio secco (venendo a mancare la sua protezione del film lacrimale), ingrossamento, dolore ed edema delle palpebre.

Micropolveri, condizioni ambientali (riscaldamento e condizionamento), sfregamento diretto delle palpebre, possono provocare una reazione fibrotica fino a diventare quasi cicatriziale a livello del meato di uscita di una o più ghiandoline.

L’età, le condizioni di salute, lo stile di vita e alcuni farmaci, possono condizionare lo stato di salute delle ghiandole stesse.

Tutte queste condizioni patologiche provocano un’alterazione del Meibum che, inizialmente più liquido, tende ad assumere una consistenza densa.

La prolungata permanenza nella ghiandola ne provoca l’indurimento per cristallizzazione dei grassi più pesanti.

Incidenza della Patologia

La patologia affligge la maggior parte delle persone over 40 in particolare le donne in menopausa.

Quando e perché intervenire

La valutazione delle ghiandole di Meibomio, che sono circa una trentina per palpebra, viene effettuata nell’ambito della visita oculistica.

Il sondaggio con le sonde di Maskin serve per ottenere un’apertura forzata del dotto comune della ghiandola restaurando il flusso naturale del Meibum sulla superficie oculare, riducendo la pressione interna alla ghiandola e migliorando quindi i sintomi dovuti a questa condizione.

ghiandole di meibomio
ghiandole di meibomio
ghiandole di meibomio
ghiandole di meibomio

Il trattamento della patologia

E’ un intervento ambulatoriale che piò essere eseguito o con il paziente seduto davanti alla lampada a fessura, o sdraiato sotto al microscopio (opzione questa seconda che consente maggiore comodità di manovra al chirurgo e maggior comfort al paziente).

La durata media dell’intervento è di circa 15 minuti per entrambi gli occhi, ma la durata può variare dal numero di ghiandole che verranno sondate.

E’ più frequente che il problema affligga la palpebra inferiore.

Il trattamento di per sé è modestamente fastidioso, ma a distanza di qualche ora nella maggior parte dei casi si ha un senso di benessere e sollievo la cui durata può variare da 3 a 6 mesi o molto di più se la maggior parte delle cause (corretto stile di vita e di alimentazione, mancata esposizione ad agenti irritanti come le micropolveri) vengono rimosse.

Il mancato trattamento può aggravarsi con tutta una serie di sintomi fino a portare a estreme conseguenze per la cornea (quali cheratiti puntate, ulcere corneali, abrasioni dell’epitelio corneale) in caso di essicamento pronunciato.

Procedure per l’intervento di drenaggio delle ghiandole di Meibomio

L’anestesia è in forma topica: viene applicato sulla palpebra un anestestico locale in forma di gel. Poi si pulisce e di medica la zona da trattare con Iodopovidone 5% per uso oftalmico e collirio antibiotico.

Quando il paziente è sdraiato sul lettino e posizionato sotto al microscopio, la palpebra viene trattenuta dal dito del medico con l’ausilio di un asciughino a sigaretta e girata verso l’esterno.

Con un microscopio chirurgico vengono visualizzate ad alto ingrandimento le uscite delle ghiandole di Meibomio. Quindi viene introdotta la sondina di 500 micron di diametro x 2 mm di lunghezza.

Una volta eseguito il sondaggio viene effettuata una spremitura leggera con pinza apposita (e questa è la fase che il paziente percepisce come più fastidiosa).

Durante la spremitura si nota la fuoriuscita del Meibum che in alcuni casi sembra oleoso, mentre in altri si comporta “come un tubetto di dentifricio”.

Al termine della spremitura si pulisce e si medica con Iodopovidone 5% ad uso oftalmico e collirio antibiotico.

Questa tecnica è utile per coloro che soffrono di calaziosi anche recidivanti: il calazio infatti è provocato dalla formazione di ascessi nella ghiandola di Meibomio che si trasformano poi in granulomi e quindi in calazi.

Il Centro Medico Italiano è un centro d’eccellenza a Milano dedicato ai servizi medici specialistici per l’oftalmologia e per la fisioterapia.

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